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Matilde 07-10 - Una masturbazione oscena (agosto 2004)


di Alex46
18.09.2019    |    1.153    |    0 8.7
"- mi dice Debra per riprendere il discorso dopo la bufera dell’orgasmo..."
Più tardi siamo in camera da letto, Michele e io. Lui si è già svestito, io vado e vengo dal bagno pasticciando indecisa sul da farsi.
- Cosa ne dici di ancora un po’ di sesso? - gli chiedo.
- Ok - risponde sorridendo - tipo scopare o masturbazione?
- Mmmm... penso di più alle coccole e alle carezze... se ti va.
Per tutta risposta lui si allunga sul letto, stirandosi: - Se sei di carezze, va bene.
- Comincia tu - gli dico. Lui si prende il membro tra le mani e se lo pastrugna un po’ guardandomi. Io mi sono rivestita, tanto per darmi un tono e variare lo spettacolo, perciò ho su una camicia bianca e una gonna nera e lunga.
- Tu ieri sera non c’eri. Sai cosa abbiamo fatto, Debra e io?
- No, non l’ho sentita oggi. Andando a Tarvisio doveva telefonarmi, ma non lo ha fatto.
- Beh, io l’ho vista partire questa mattina: aveva su quei pantaloni bianchi che le vanno strettissimi, era uno schianto. E il top rosso. Una volta mi hai detto che quando mette quel top a te viene immediatamente voglia di leccarle la pancia e magari più in giù.
- Sì, ma ricordo anche che invece quella cosa lì l’ho fatta con te, subito dopo...
- Sì, è vero. Beh, comunque ieri sera qui aveva la gonna blu, il top viola e i sandali. Sotto non era nuda: girava per la casa con un modo di fare così sexy da essere preoccupante. Le ho toccato il culo, a un certo punto.
- Ma, casualmente o con intenzione? - scherza Michele aggiustandosi meglio il cuscino dietro la schiena, con il cazzo in mano.
- Secondo te? Il buchetto, le ho toccato.
- E poi?
- In realtà “le ho toccato il culo” è un modo di dire. Più che altro l’ho accarezzata in modo assai lascivo che non dava adito ad alcun dubbio sulle mie intenzioni. E lei lo ha capito subito...
Mi pare che i miei resoconti, sia pure solo all’inizio, facciano già il loro effetto su Michele. Intanto giocherello con i bottoni della mia camicia. Prima uno, poi due... poi basta, ne avevo abbottonati solo due... Le tette gli appaiono improvvise.
- E allora, che avete fatto dopo?
- Visto che ci stava, le ho infilato l’altra mano sotto la gonna e gliela ho alzata.
Michele aumenta il suo strofinio di pene.
- Non andare troppo, caro mio... c’è tempo! - gli dico carezzandomi i capezzoli.
Lui rallenta, ma mi ripete di andare avanti.
- Ho sentito un gran caldo.. aveva su delle mutandine di seta... le ho infilato un dito sotto l’orlo, le ho sentito la figa...
- Non hai provato a toccarla di più?
- No, ho solo fatto quel gesto, solo una piccola pressione.
- E come ha reagito Debra?
- Ha chiuso gli occhi, le piaceva.
- E poi? - incalza Michele, sempre più rigido.
- Adesso la chiamiamo... e ci mettiamo in viva voce.
Composto il numero, lei risponde immediatamente. A quest’ora dev’essere sicuramente a casa della sua mamma, chiusa nella sua stanza.
- Ciao!
- Uh, Matilde... speravo tu mi chiamassi!
- Debra... c’è anche Michele qui, in viva voce.
- Oh, ciao Michele!
- Ciao, amore!
- E... un’altra cosa, Debra... Michele si sta masturbando.
- Bravo! Comincio a vedere la scena... ma, dimmi una cosa... e tu? Lo stai facendo anche tu?
- No, non ancora... ma presto vado a cominciare.
- Mmmm... mi descrivi la scena? - dice con voce già diversa. Dio, come la conosco!
- Ok. Siamo in camera da letto. Lui è sdraiato con una canna durissima ed è nudo. È un po’ che si masturba, ma sa di non dover venire, per ora. Io sono ancora vestita, prima abbiamo fatto l’amore, ma adesso non mi sto toccando, anche se penso che ora andrò a farmi scivolare un dito sotto agli slip. Tu come sei?
- Nulla... sono già a letto.
- E... non ti stavi carezzando? Magari, l’hai già fatto?
- No, ma ci stavo pensando... stavo entrando nell’ordine d’idee.
- Senti, fammi un favore. Racconta tu di ieri sera. Di quando ti ho messo un dito sotto alle tue mutandine di seta... dopo cosa è successo?
- Era tutta la sera che ti giravo attorno... pensavo già tu non ne avessi voglia.
- Scherzi? Vederti così mi faceva attizzare come sempre. Ma, senti... adesso io voglio spogliarmi. Mentre lo faccio, vuoi continuare il racconto per Michele? Dopo che ti ho sfiorata...
- Vuoi davvero che lo faccia?
- Sì, per favore - le dico mentre mi sfilo la camicia.
- Michele, la manina di Matilde si è fermata un momento... ma poi mi ha toccato il culo...
- Come ti ha toccato il culo?
Io intanto mi sfilo la gonna.
- Mi ha messo un dito lì, sul buchetto. Poi se lo è messo in bocca, bagnandolo per bene. Poi è tornata lì... Io intanto ho cominciato a carezzarmi davanti... e poi sono venuta, lì, in piedi. Era tutto il giorno che lo desideravo...
Ora sono in mutandine, nere, tagliate basse, e controllo l’umido del tessuto in corrispondenza della mia fessura.
- Debra... stai giocando... stai toccandoti?
- Ssììì - mi risponde.
- Adesso anch’io... ho gli slip bagnati... mi sto toccando. E penso che Michele, da come geme, sia al limite. Vuoi fare una cosa per me? Ti va di pensare a un modo per Michele di venire? Un modo... come dire... osceno... se ti viene un’idea, noi lo facciamo.
- Mmmm... cosa ne dici di toglierti le tue mutandine, e darle a Michele perché lui ci sborri dentro?
- Non mi sembra un gran che...
- Ah, sì? E se lui poi te le restituisce, tu le indossi di nuovo e ti masturbi con la sua sborra, com’è?
- E ti piacerebbe che lo facessimo? Che facessimo questo?
- Beh, sì... mi piacerebbe.
- Allora lo faccio...
Mi tolgo velocemente gli slip, mi siedo accanto a lui, gli incappuccio il cazzo con le mie mutandine, badando che il bagnato sia proprio in corrispondenza del glande, dalla parte interna.
Michele non ha mai cessato di masturbarsi e questo gioco lo porta al limite. Ancora due o tre colpi poi viene a piccoli fiotti. Mi spiace soltanto che il colore nero non faccia risaltare il bagnato già all’esterno.
- Ahhhhhhhh! Ahhhhhhhhhh! - muggisce.
- Lo hai sentito? - chiedo a Debra.
- E come si fa a non sentirlo. Forse ha sentito anche qualcun altro... dei vicini!
- Ti stai ancora masturbando?
- No, ho interrotto. Voglio venire con te.
- Bene. Vorrei che tu mi potessi vedere - le dico alzandomi con in mano le mutandine, ridotte a un ammasso di stoffa fradicia con una vasta sezione biancastra di sborra.
- Le sto indossando... quello che sto per fare mi sembra davvero osceno.
Un attimo dopo sono lì, in piedi, le mutandine appiccicate sulla pancia, sulla figa, nel solco.
- Dio, ha sborrato come un cammello - le dico.
- Ti vedo, ti vedo, Matilde... credo di vederti... sei magnifica, sei oscena, sei un oltraggio al pudore... io adesso mi infilo due dita nella figa...
Io intanto sento tutto il freddo della sborra, ed è una sensazione pazzesca, sono tutta un brivido. Comincio a carezzarmi con una mano dentro.
- E adesso mi masturbo con un dito dentro fino a venire... giusto?
- Sì - mi risponde Debra con il fiatone - Lo volevi osceno... eccolo!
- Più che osceno mi sembra depravato... vorrei che tu mi vedessi. Anche Michele mi sta fissando, forse una cosa così non l’ha mai vista... E cosa ne dici se mi lecco un po’ le dita, ora? Mi spiace solo che questa sia la seconda sborrata di questa sera per Michele. Sai la prima quanto è più abbondante...
Non aspetto la sua risposta e di fretta mi metto il dito in bocca, sorbendo rumorosamente. Dall’altra parte sento ansimare sempre di più. Michele mi guarda affascinato ripulire il dito e rimettermelo dentro.
- Matilde... sto venendo... ora... oraaaaaaaaa!!! Ahhhhhhh!!!!! Ahhhghhhhhh!
- Anch’io, amore, eccomi... eccomiiiii... arghhhhhh! Mmmmmm!!!! Arghhhhhhhh!!!
- Ora puoi togliere quello schifo di mutandine... - mi dice Debra per riprendere il discorso dopo la bufera dell’orgasmo.
- No, non le tolgo. Voglio dormire così. E magari domattina farmi leccare da Michele... così me le scrosta dalla pancia… Che ne dici, Michele?
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